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Giancarlo Livori Nasce a Napoli nel 1967 e va a vivere ancora adolescente a Pescara dove conseguirà la Laurea in Architettura.

Si trasferisce nelle Marche e qui lavora come Architetto. Proprio nelle Marche, l’incontro con una artista designer parigina, Annabelle Adie, lo introduce nel suo percorso all’arte ceramica.

Nel 2008 apre con Y. Rosetti il primo laboratorio di ceramiche, arGYla, nel vecchio borgo di Grottammare posto sulla collina a pochi metri dal mare. Lavoreranno insieme fino al 2015. In seguito i due creatori di Argyla decidono di percorrere strade separate per approfondire maggiormente le tendenze artistiche verso le quali si sentono più affini.

Oggi Giancarlo continua la sua produzione nello stesso luogo.

Il nuovo progetto “Lì” di Giancarlo Lìvori è per questi, prima di tutto una sfida. “Lì” dalle prime due lettere del suo cognome è anche l’indicazione di un luogo non definito, non reale, come le sue ceramiche. Oggetti dalla forma organica sottolineata anche dalla veste bianca che Giancarlo fa indossare ai suoi oggetti, per meglio evidenziare le imperfezioni e il “naturale” movimento delle forme. Altre volte gli oggetti sono decorati a Engobbio. Tecnica antica che viene eseguita sugli oggetti ancora crudi, utilizzando terre colorate e/o ossidi.

La tecnica utilizzata da Giancarlo Lìvori per la formazione dei pezzi è una tecnica anch’essa antica, primitiva. Una tecnica che non usa il tornio ma salamini di argilla che sovrappone di volta in volta fino alla formazione dell’oggetto pensato. La tecnica conosciuta come Colombino permette di realizzare oggetti di varie forme.

A volte, gli oggetti così ottenuti li lascia come pezzi unici, altre volte da questi ottiene dei calchi in gesso che gli permettono di riprodurre, per colaggio, lo stesso oggetto più volte. Gli stampi però hanno vita breve perchè fatti di gesso. Il gesso, come si sa, è un materiale facilmente deperibile. Gli stampi tendono a rovinarsi e quindi vanno utilizzati un numero limitato di volte. Dopodichè si passa ad altre forme.

Giancarlo Lìvori, ritiene che certe tecniche non vadano perdute, sono la cifra del nostro passato, di un paese noto in tutto il mondo per le sue eccellenze artigiane.

Non è che lui si senta detentore di segreti di tecniche antiche, sono molti che la usano, ma ritiene che la lavorazione manuale, oggi più che mai vada condivisa e insegnata.

Infatti organizza nel suo laboratorio di Grottammare corsi di ceramica.